La donna 'morta per 30 minuti' svela com'è l'aldilà: chi ha incontrato e la notizia angosciante

La dottoressa Mary Neal era praticamente morta, ma poi è successo qualcosa. Ecco che cosa ha visto e cosa ha raccontato a proposito di questa vicenda.

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Alessia Malorgio

Alessia Malorgio

Content Specialist

Ha conseguito un Master in Marketing Management e Google Digital Training su Marketing digitale. Si occupa della creazione di contenuti in ottica SEO e dello sviluppo di strategie marketing attraverso canali digitali.

Esiste la vita dopo la morte? Una domanda che in tanti si pongono. Una risposta certa non esiste e la scienza non può fornire certezze. Si può credere, se si ha fede, oppure si possono leggere i racconti di coloro che hanno vissuto esperienze di pre-morte. Ma anche in questo caso, bisogna avere fiducia nel prossimo. Sarà vero o è una menzogna? Di seguito vi riportiamo alcune esperienze che hanno dell’incredibile, in particolare quella di una donna che, dopo essere praticamente morta, ha rivelato di aver incontrato Gesù e di aver ricevuto una notizia davvero angosciante. Andiamo a scoprire quale.

La donna ‘morta per 30 minuti’: una storia sull’aldilà

Andiamo con ordine e partiamo dal principio. La prima storia che vogliamo raccontare arriva dal Wyoming: la dottoressa Mary Neal, medico chirurgo, è rimasta intrappolata sott’acqua per quasi mezz’ora subito dopo un incidente in barca.

La dottoressa, che è miracolosamente è sfuggita alla morte senza riportare danni cerebrali, ha affermato di aver visto il paradiso, dove è stata avvertita della morte di suo figlio: sarebbe avvenuta dieci anni dopo, in un incidente d’auto. Il suo corpo era clinicamente morto quando è stata recuperata dall’acqua, ma in seguito si è ripresa completamente e ha avuto una profonda esperienza di pre-morte.

Sul suo sito internet scrive di essere “andata e tornata dal paradiso” ma anche di aver “conversato con Gesù e sperimentato l’amore avvolgente di Dio“, nonché di essere stata “riportata sulla Terra con alcune istruzioni specifiche per il lavoro che doveva ancora svolgere“.

Durante l’esperienza, racconta, “Ero profondamente consapevole di tutto ciò che stava accadendo. Sapevo che i miei sforzi per uscire dalla barca non funzionavano, che ero fuori dall’aria e che ero troppo lontano dalla riva del fiume per chiunque mi raggiungesse. Sapevo che probabilmente sarei morta. Essendo cresciuta con la paura di annegare, sono rimasta sorpresa di scoprire che la mia transizione dalla vita alla morte era senza soluzione di continuità, pacifica e bella. Mi sono sentita magnificamente“.

Anche perché come prima cosa ha incontrato qualcuno: “Mi alzai e uscii dall’acqua e fui immediatamente accolto da un gruppo di persone, esseri, spiriti“.

Le visioni celestiali di Sepp Blatter

Ma le storie di questo tipo sono tante. Dopo un intervento al cuore avvenuto nel gennaio del 2021, l’ex presidente della FIFA, Joseph “Sepp” Blatter, è stato in coma per una settimana. In un’intervista al ‘Telegraph’, Blatter ha raccontato di aver avuto delle visioni durante quel periodo, in cui gli angeli venivano a prenderlo per portarlo in paradiso. Lui, però, non era pronto a morire.

Blatter ha descritto anche di essere stato assistito da due figure femminili vestite di bianco e di aver avuto bisogno di mesi per rendersi conto di essere ancora vivo. Questo non è stato l’unico suo episodio con sensazioni simili. In passato, infatti, aveva confessato di aver avuto un’altra esperienza analoga durante un malore, mentre visitava la tomba dei genitori.

Sepp Blatter, oggi 88enne, nonostante la sua lunga carriera alla FIFA durata 17 anni fino al 2015, ha escluso un possibile ritorno nell’organizzazione, affermando di essere consapevole di essere ormai “fuori dai giochi” e conservando una grande passione per il calcio.

La storia calabrese

Un caso di pre-morte, ci porta in Calabria, esattamenta a Vallata la Verde, in provincia di Reggio Calabria, dove un uomo sembrava morto e per circa 4 ore è rimasto in uno stato in cui sembrava defunto.  “Ricordo di aver accusato un dolore tremendo al petto e che prima di perdere coscienza mi accasciai a terra chiedendo aiuto ai miei figli, poco distanti da me. Poi per me fu il buio. Fu in quel mentre che i miei chiamarono l’ambulanza. Ma essendo arrivato per primo il medico e avendo costatato la mia morte, giudicò inutili i soccorsi. Poi, all’improvviso, qualcosa successe ed io mi trovai catapultato fuori dal corpo. Qui vidi i miei cari disperarsi e piangere davanti a qualcuno steso per terra. Capii subito che quel qualcuno ero io e che stavo assistendo alla mia post-mortem mentre levitavo per aria, o meglio la mia anima levitava per aria” è il racconto pieno di dettagli dell’uomo che ha vissuto questa incredibile esperienza e ha deciso di renderla pubblica.

“Nè dolore nè sofferenza”

“La stranezza fu che di fronte a quella tragedia non provavo dolore, né impulso alcuno di negatività, e non provavo sofferenza nel vedere i miei piangere e disperarsi. Però non mi riuscì di reagire a questo, ricordo solo che gridavo loro che, in verità, non ero morto. Mi collocai davanti a essi per farglielo capire, ma non riuscivano a vedermi, né mi udivano; in alcune occasioni li sentii addirittura trapassarmi come se fossi aria in realtà. Fu a quel punto che mi resi conto che la coscienza del dolore e del dispiacere non erano percepibili in quella dimensione. Mi sentivo, infatti, in uno stato continuo d’estasi: che è quanto accade nel momento in cui lo spirito abbandona il corpo. E’ come se l’anima, una volta smaterializzatasi, entra in una condizione di costante beatitudine, una sorta di spazio celestiale dove non si percepiscono le negatività. Capire di essere morto e sentirmi felice di esserlo mi fece vedere la realtà sotto questo punto di vista. Ebbene, mi sentivo felice; in egual misura, capii che il corpo è uno strumento in cui l’anima matura (in libero arbitrio) la sua vera natura” continua a spiegare il protagonista di questa vicenda che sembra irreale, ma a quanto pare è stata vissura realmente dall’uomo, che racconta dettagli, spesso presenti in altri casi di pre-morte.

Dopo il tunnel la luce

“Poi, di colpo, in cielo si aprì un varco e venni attratto all’interno di un tunnel la cui luce (intensa e rasserenante) mi ipnotizzò. Una luce fortissima ma che non accecava. Fu allora che mi abbandonai a essa. Fu un attimo eterno per me. Un attimo che mi permise di dare un senso alla morte. Un attimo che mi fece capire che, forse, tutto ha inizio laddove sembra che tutto finisca. Mi girai per dare l’ultima occhiata ai miei raccolti attorno al mio corpo, al medico che aveva costatato il mio decesso. Poi, provando pena per loro che erano destinati a vivere le loro esistenze inconsapevoli di una delle più grandi verità esistenti, mi lasciai risucchiare nel tunnel. Man mano che procedevo, la luce si faceva più intensa, più gradevole e la mia anima raggiungeva i livelli più eccelsi. Fu dopo aver superato l’altra bocca del tunnel che costatai che ad attendermi c’erano esseri fatti di luce. Essi, radunatisi intorno a me, mi sfioravano, mi accarezzavano, mi tendevano la mano per invitarmi a seguirli. Credo che fossero angeli, anche se c’era in loro qualcosa che li rendeva simili a noi”, ma all’improvviso accade qualcosa che ferma il viaggio ultraterreno dell’uomo, che stava per abbandonare il mondo terrestre, per raggiungere l’aldilà.

Il ritorno alla vita

“Poi, per qualche spiegabile ragione, l’incantesimo si spezzò e io fui rispedito (a forza) dentro il mio corpo. Avevo tentato con foga di sottrarmi al rientro nel corpo ma non ce la feci. Avevo acquisito, quasi in un lampo, la pesantezza della materia, il gravame della vita, la stanchezza dello spirito: ero diventato di nuovo un essere di carne. E mi sentii così triste e disperato da iniziare a piangere. Ero di nuovo vivo! Perso nell’immensità del cosmo. In cambio, però, ero venuto a conoscenza di una delle più grandi verità della vita: c’è altro dopo la morte”, la conclusione del racconto di un uomo che ha vissuto un caso di pre-morte.

Morto per un’ora e mezza

Un uomo ‘morto‘ da 90 minuti dopo aver subito un arresto cardiaco è tornato in vita grazie all’intervento dei paramedici. Ora ha condiviso la sua drammatica esperienza e tutto ciò che ricorda dell’evento “che gli ha cambiato la vita”. Alistair Blake, 61 anni, si è reso protagonista di questa vicenda nel 2019.

L’uomo ha descritto l’incidente parlando nel podcast I’ve Got News For You di news.com.au, spiegando come sua moglie si sia svegliata intorno alle 3 del mattino e lo abbia visto in uno stato preoccupante. Ha detto: “Mia moglie ha il sonno leggero e mi ha svegliato gorgogliando. Ha afferrato il suo cellulare per chiamare l’ambulanza e le hanno detto di togliermi dal letto per poter eseguire la RCP. Ha fatto la RCP per 20 minuti… poi sono arrivati ​​i paramedici. Hanno fatto la RCP e mi hanno colpito con il defibrillatore. Apparentemente, è stato qualcosa di più di 10-12 volte”.

La polizia, giunta nel frattempo anche lei sul posto, ha portato la moglie Melinda in un’altra stanza e le ha detto che suo marito difficilmente sarebbe sopravvissuto. Per 90 minuti, i paramedici hanno combattuto per riavviare il cuore di Alistair e, proprio quando stavano per fermarsi, hanno miracolosamente trovato un battito.

Quasi una settimana dopo, Alistair si è svegliato al Frankston Hospital e, sorprendentemente, non c’erano segni di una lesione cerebrale. Di conseguenza, il suo team medico lo ha soprannominato “Lazzaro”, come l’uomo che è stato resuscitato dai morti.

Alistair ha detto a I’ve Got News For You che non ricorda molto dell’episodio medico e del periodo in ospedale: “Ricordo di essere andato a letto il sabato sera – e la cosa successiva che ricordo è stato svegliarmi il giovedì mattina su una barella che va dalla terapia intensiva alle cure coronariche”, ha detto. “Il cervello umano ha completamente bloccato quello che è successo nel mezzo. “Molte persone mi chiedono se ho visto qualcosa, e no, non ho visto niente“, ha detto. “Niente luci, niente del genere”.

Alistair è una delle tante persone che si sono aperte sulle loro esperienze di pre-morte. E anche se non ha visto qualcosa dall’altra parte, molte altre persone lo hanno fatto. Patrick Steele, un consulente di cure palliative di Palliative Care South East, ha spiegato a I’ve Got News For You le ragioni scientifiche e spirituali dietro una misteriosa “luce bianca” che altre persone hanno detto di aver assistito.

Ha spiegato: “Da una prospettiva spirituale, alcune persone credono che la luce brillante sia uno sguardo nell’aldilà o un segno che la coscienza sta lasciando il cervello. Dal punto di vista di uno psicologo, alcuni dicono che sia più un meccanismo difensivo o alcuni dicono che sia un flashback ai ricordi precedenti. Dal punto di vista medico – e quello a cui aderisco di più – si tratta più di un cambiamento nel modo in cui funziona il nostro corpo, in particolare il cervello. Il cervello, come sai, ha bisogno di molto ossigeno e afflusso di sangue per fare il suo lavoro in modo efficace. Ogni volta che l’ossigenazione viene interrotta, il cervello non agisce normalmente. ”

Il signor Steele ha paragonato la luce brillante a un’esperienza che molte persone hanno quando svengono: “Il cambiamento dell’afflusso di sangue che si verifica nel cervello a causa della bassa pressione sanguigna si traduce in una sorta di visione a tunnel, quindi l’oscurità arriva dall’esterno prima che si sviene. Per me, questa (luce bianca) è una versione più esagerata dello svenimento“.

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